giovedì 9 gennaio 2014

I saloni di parrucchiere gestiti dai Cinesi. Parte 2

Non potevo certo esaurire così velocemente il discorso sulla ben nota "concorrenza" fra parrucchieri Italiani e Cinesi. Come già detto ieri, ho fatto la mia esperienza. Per essere onesta ho ripetuto, prima di Natale, con un risultato semi disastroso (scegliendo lo stesso "stilista") del resto, io sono fatta così, devo capire il perché di ogni cosa.Ovviamente,come tutti noi, valuto la situazione dalla parte del professionista, quindi, tignosa e ipercritica.
Credo che il nostro errore sia proprio quello di vedere questa, ormai non più tanto nuova, categoria di parrucchieri dalla parte sbagliata. Se guardassimo da cliente, credo riusciremmo a capire meglio i pro e i contro delle tante defezioni nei nostri negozi.
Sono andata a visitare qualche blog e ho letto alcuni articoli di giornale dove si parlava dell'argomento. La cosa più scontata è palesemente il prezzo. Si va dai 6 ai 9 euro per shampoo, piega e taglio ai  "da 24 euro" (che io ritengo essere sibillino per qualsiasi salone) per piega e colore a seconda della lunghezza (????). Facciamo due conti. Ammettiamo che taglio e piega siano nove euro aggiungiamo il colore a cui abbiamo tolto il costo della piega, 18 euro, totale 24 euro.
Mi pongo alcune domande e faccio i conti in tasca alla maggior parte di noi. L'affitto/mutuo (Mah!!!) presumo lo paghino anche loro, anche se so che spesso e volentieri i muri li pagano in contanti , e qui si potrebbe aprire una polemica lunga come la guerra dei vent'anni, ma sorvoliamo. Ognuno di noi vuole un bel negozio. Moderno, accattivante, particolare che invogli la cliente a sceglierci anche se solo di passaggio o se  non siamo mondialmente conosciuti. Loro dell' immagine se ne fregano. 6/8 posti di lavoro, un paio di lavaggi (dipende dalla grandezza del negozio), ai muri una passata di un colore sgargiante 20 poster che spesso pubblicizzano prodotti che di quel negozio non hanno neanche visto l'ingresso di servizio e via andare. L'importante è il cassetto. E ce ne vogliono di ore a pieghine e taglietti 
a 10 euro ma, come piccole formichine instancabili lavorano a pieno ritmo 12 ore al giorno e questo a prescindere dalla categoria commerciale a cui appartengono.
Tutti noi sappiamo bene quanto costi mandare avanti un salone, per piccolo che sia. Affitto, personale, prodotti più o meno di marche conosciute ma quantomeno non dannose, luce, tasse, ecc. ecc.
Ma noi adesso siamo la cliente. C'è la crisi e ogni donna di qual si voglia fascia sociale,vuole essere in ordine e ha un budget annuale anche per la propria cura. Senza stare a fare nomi si passa dai pochissimi che riescono a tenere prezzi pari a un tailleur di Armani, altri che stanno nel mezzo per quella piccola fascia che chiamerei ancora medio borghese che sta comunque attenta a quel che spende e quelle che dal parrucchiere prima ci andavano una volta o due l'anno, giusto per le grandi occasioni e per il resto facevano da se. Lo so, sono un po' dura ma questa è la dura realtà per quelli che si comportano come si deve. Pagano le tasse, il personale lo tengono in regola ( due fra i costi maggiori che si devono affrontare) e che comunque alla fine del mese devono portarsi a casa uno stipendio decoroso se non altro per la grande fatica e impegno che questo mestiere comporta.Tralasciando quelle che il prezzo neanche lo chiedono, a me, cliente "normale", tutto questo non importa. Voglio essere in ordine, spendere poco e fare in fretta. Se andiamo a leggere i blog si passa da quella che dal parrucchiere Cinese " Neanche morta" a quella " Ci vado solo per la piega" passando per quelle che "Ormai non andrei da nessun'altra parte".
La cosa che ho maggiormente riscontrato è il timore per i prodotti, ma a loro se tu porti i tuoi, poco interessa mentre, molti di noi storcono il naso, perchè a quel punto siamo costretti a perdere buona parte del ricavato del servizio della colorazione. Personalmente non mi sono formalizzata più di tanto. Sono un tecnico colorimetrista e so bene come portare la cliente a fare la mia colorazione con motivazioni valide e attendibili prima fra tutte la consulenza e una profonda conoscenza in materia di colorazione. In ogni caso chi ne ha timore non ha affatto torto. Per esempio tempo addietro a Milano i Nas hanno fatto chiudere due negozi Cinesi che utilizzavano colori a tempera nelle tinture ( a me non sarebbe neanche venuto in mente!!!).A Torino hanno riscontrato varie irregolarità su igiene e utilizzo di prodotti di dubbia provenienza. A prato le multe fioccano come neve. A Bologna invece sono tutti regolari e sottoposti a controlli della Asl di routine come tutti gli altri.Quindi a questo punto credo che il problema sia sopratutto di chi, i controlli li dovrebbe fare con regolarità. 
Molti  di noi si sono dovuti adeguare a queste a dir poco, ridicole fasce di prezzi, facendo diventare i propri saloni low cost. Da quella che fa asciugare i capelli alla cliente da sola a chi invece fa acquistare il tubo di colore e fa pagare solo l'applicazione della tinta. A mio avviso non è un metodo stupido ed è utilizzato in molti paesi.
Ma vediamo alcuni dati importanti. Qualche tempo fa dalla Camera di Commercio di Milano è emerso che sono 213 i parrucchieri e gli estetisti stranieri, ben uno su dieci fra le 2.161 imprese. I cinesi sono in testa con il 32,4% delle attività, seguiti da marocchini con il 9,6%, francesi con il 4,8% e dominicani con il 4,3%. Si chiama globalizzazione e se forse, è vero che non l'abbiamo voluta noi il dato di fatto è che questo è il futuro del mondo. Ci dobbiamo adeguare?
 Penso che la cosa migliore sia combattere puntando sulla qualità di prodotti, di lavoro, di consulenza, di gentilezza, di relax ,anche se ormai tutti hanno tempi strettissimi, di professionalità che non sempre vuol dire partecipare a tutti i corsi propinati da questo e quello ma farne di mirati per la nostra realtà e non ultimo pensare sempre che  ogni prezzo debba essere giustificato dalla realtà in cui lavoriamo. Rione, zona, città, provincia. da Nord a sud. Del resto siamo Italiani. Abbiamo la moda, il cibo buono, il paesaggio e ognuno di noi in fondo è la star indiscussa del proprio salone. Vi sembra poco?

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